Luci e Colori d’Autunno

Un viaggio fotografico tra colore, silenzio e trasformazione

Nel cuore dell’Abruzzo, l’autunno diventa racconto di luce: un dialogo silenzioso tra natura e fotografia, tra mutamento e rinascita.

Non cerco immagini perfette, ma incontri: momenti in cui il paesaggio sembra guardarmi

Ogni anno, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, quando le prime nebbie si alzano leggere dalle valli e l’aria profuma di legna e terra umida, comincia il racconto silenzioso dell’autunno. È il tempo in cui la luce si fa più tenera, il colore più profondo, e ogni foglia diventa una sillaba del grande racconto del bosco.

Cammino lungo i sentieri con la macchina fotografica tra le mani, senza cercare nulla di preciso: lascio che siano la luce e i colori a guidarmi. Ogni scatto nasce da un dialogo istintivo tra ciò che vedo e ciò che sento. Il tempo rallenta, e la fotografia diventa un modo per respirare insieme al paesaggio.

Quando il sole filtra tra i rami, il bosco si accende come una cattedrale dorata. Le foglie, sospese nell’aria, brillano come frammenti di vetro colorato. Ogni scatto diventa un modo per ascoltare la luce, per fermare quell’attimo in cui tutto sembra sospeso tra il visibile e l’invisibile.

Nei riflessi dell’acqua cerco la quiete: la foresta che si sdoppia, il cielo che scende a sfiorare la superficie. In quei giochi di simmetria la realtà si fa più leggera, più misteriosa. Fotografare è allora come camminare dentro un sogno che continua a mutare forma, ma non svanisce mai.

Ogni foglia diventa una sillaba del grande racconto del bosco

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Sui versanti più alti, gli aceri accesi dai raggi di sole sembrano fiamme immobili. Lì la fotografia è attesa: aspetto il momento in cui il sole sfiora il profilo della montagna, quando la luce si piega e restituisce equilibrio alle ombre. È in quell’istante che il paesaggio rivela la sua essenza: fragile e potente insieme.

Ogni immagine di questa serie nasce da un incontro con la luce: quella dell’alba che svela lentamente il giorno, o quella del tramonto che accarezza le creste lontane. Forse l’autunno è proprio questo: il modo in cui la natura si prepara al riposo, offrendo la sua ultima, più intensa forma di bellezza. Fotografarlo significa attraversare il confine tra la fine e l’inizio, tra ciò che svanisce e ciò che attende di rinascere.

Non cerco immagini perfette, ma incontri: momenti in cui il paesaggio sembra guardarmi

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Perché le foglie cambiano colore?

Con l’arrivo dell’autunno, la minore quantità di luce e il calo delle temperature inducono gli alberi a interrompere la produzione di clorofilla, il pigmento verde che consente la fotosintesi.

Quando la clorofilla si degrada, emergono i carotenoidi, responsabili dei toni gialli e arancio, e gli antociani, che donano le sfumature rosse e porpora.

Nei faggi, i carotenoidi tingono le chiome di oro e bronzo, mentre negli aceri gli antociani trasformano le foglie in fiamme cremisi.

L’intensità dei colori dipende da fattori climatici: giornate soleggiate e notti fredde esaltano i rossi più vividi.

Così, ogni autunno diventa una combinazione irripetibile di chimica e poesia — un esperimento di luce che la natura rinnova, paziente, ogni anno.

Ogni scatto è un modo per ascoltare la luce, per fermare l’attimo sospeso tra visibile e invisibile

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Il mio sguardo dietro l’obiettivo
Fotografare in autunno significa accettare l’imprevedibilità. La luce cambia di continuo, il bosco si trasforma a ogni passo. A volte resto fermo per lunghi minuti, aspettando che una nuvola si apra o che un raggio di sole tocchi una foglia nel modo giusto. È in quell’attesa che nasce la fotografia: non come conquista, ma come ascolto.
Ogni immagine diventa così un frammento di tempo condiviso con il paesaggio, un modo per imparare a vedere di nuovo.

Forse l’autunno è proprio questo: la promessa che ogni fine contiene una nuova luce

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Ogni autunno è diverso, e forse è proprio questa la sua bellezza: ci insegna che il cambiamento può essere armonia.
La prossima volta che camminerete in un bosco, fermatevi un attimo: osservate come la luce accarezza una foglia, come il colore cambia a ogni passo. È lì che comincia la fotografia — e, forse, anche la meraviglia.

 

Testo e Foto © Marco Buonocore

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